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al testo di cristina bizzarri
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Quello che dice il fondente
Assumi alchemicamente l’œuvre au noir, favilla di cacao fondente - violino amaro da più alte sfere in divine note celebrato rubescente.
Appare, tra l’arco a sesto acuto del palato sfavillante e il vibrato sulla lingua oscillante, voce bianca di papille - oltre il portale schiuso delle labbra su navata della lingua accogliente.
Indugia nobilmente nel transetto - strano un lied incanta a oriente.
Fattosi silente, ancora si diffonde cupamente in spirali di canto gregoriano discendente.
Oscilla e vibra cattedrale della bocca vivamente e lì si unisce, trasmutando serafinica testura in gioia indissolubilmente -
come quando alto sul ruscello senti notturno d’usignolo languire soavemente.
Così - benché tu guardi in alto credendo suo regno luna opalescente - rimani imprigionata nel destino di un globo evanescente.
E scivola l’istante- mentre ultraterrena sua creatura a te congiunge, amore di cacao, sfera fondente.
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